Un fortunato cortometraggio di un giovane regista della nostra terra diviene ora un film prodotto negli USA! Sogni che diventano realtà! Guarda il video
Micky entra in un bar per comprare un gelato al cioccolato, vuole soltanto allietare una torrida giornata estiva. Al ragazzo non interessano i consigli della cameriera/barista senza un braccio, gli va soltanto di uscire da quella bettola e dirigersi verso la macchina. Micky non vuole infastidire Brando e Alex, ma così capita … ed è l’inizio del massacro. Roberto De Feo è un regista che abbiamo già potuto apprezzare tra le pagine vituali di IndieHorror grazie allo splendido H5N1. La sua ultima fatica prende le distanze dalle atmosfere desolate, apocalittiche e malinconiche del suddetto film e si affianca a tematiche prettamente vicine all’horror, accarezzando più volte la bizzarra alchimia presente nelle opere di David Lynch (e ripresa in molti altri film, come Cabin Fever). Ice Scream è sperimentale, originale e bislacco. La traversata nell’oblio che accompagna Micky non è così scontata come può apparire, il massacro non è fine a se stesso e la girandola di figure che si affacciano sulla scena si presentano come caricature dalla parlata tarantiniana e dalle movenze lynchiane. Questo rappresenta croce e delizia del mediometraggio in quanto sembra che regista e sceneggiatore volessero imbastire un copione molto più lungo e dettagliato, successivamente ridotto per motivi di budget.
Immaginate di trovarvi in un deserto da giorni, il vostro unico orizzonte è il colore giallo della sabbia, l’unico desiderio un bicchiere d’acqua e, con queste istantanee in testa, vi trovate improvvisamente in un dedalo di strade infestate da bolidi, in abiti eleganti e di corsa verso un apppuntamento in ristorante. Questa è la metaforica impressione catalizzata dopo la visione di Ice Scream: un balzo improvviso da un universo all’altro con un singulto di stupore.