“La Giusta Distanza” – installazione di Lucia Baldini

Lucia Baldini La giusta distanza Mazzacurati

Cinema e fotografia, cento immagini di Lucia Baldini, per raccontare ‘La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati, il mondo che si ‘nasconde’ dietro la nascita di un film, restituendo le affascinanti atmosfere della lavorazione del film ma anche tutta la complice partecipazione del gruppo di lavoro (la troupe) al progetto.

Elementi che caratterizzano questo lavori sono: il territorio, il Delta del Po che in alcuni casi acquisisce un ruolo dominante sulle scene. Un racconto che va a indagare anche delle dinamiche sociali legate all’identità del luogo: il Polesine attuale.
Ma è soprattutto l’idea della provincia legata ai ritmi della campagna e della pesca in cui una ricchezza improvvisa determinata da finanziamenti europei ha costruito una contraddizione di comportamenti sociali che vengono evidenziati nel film e in alcuni immagini in mostra.

Gli attori visti più nell’ottica di raccontare l’umanità del personaggio interpretato che non nell’idea divistica dell’attore, questo anche attraverso i luoghi in cui si svolgono le tappe principali del film. L’integrazione con persone che vengono da culture e Paesi diversi. Il senso di estraniamento e di desolazione in cui alcuni personaggi vivono il loro quotidiano.

Tutto questo raccontato da due punti di vista diversi: la scena più o meno legata a momenti del film e il costruire la scena attraverso il lavoro corale della troupe stretti a fianco del regista.

La modalità di questa narrazione si avvale a volte della costruzione di mosaici di immagini di formato diverso che nella loro peculiarità costruisco un corpo unico che rende la scena vista al cinema a tutto tondo, entrando e uscendo dalla narrazione attraverso il reale e la finzione.

Le foto sono state scattate in tre momenti diversi: nel 2005 durante il lavoro sulla sceneggiatura del regista attraverso un sopralluogo per raccogliere le atmosfere del Delta del Po in pieno inverno. La nebbia impenetrabile come ambito da cui fuggire ma anche un nascondiglio che permette ogni tipo di intolleranza verso l’Altro.

La seconda nell’inverno del 2006 durante le riprese del film e la terza sempre nel 2006 andando ad indagare e approfondire alcuni elementi evidenziati nella trama del film.

Lucia Baldini

Biografia: Lucia Baldini vive in Toscana, punto di partenza del suo viaggio per la professione fotografica specializzata nell’ambito della “scena”. Fin dai primi anni di lavoro, attraverso le sue assidue frequentazioni nell’ambiente musicale, buona parte delle sue prime opere sono divenute un’importante testimonianza della scena underground musicale degli anni Ottanta attraverso mostre, copertine di dischi e collaborazioni con testate musicali. Lavora come fotografa di scena per varie compagnie e festival di teatro e danza. Dal 1990 trova una forte affinità  con musicisti e ballerini argentini che propongono lavori legati alla cultura del tango argentino. Nel 1997 pubblica il libro fotografico “Giorni di Tango” che diviene il catalogo della mostra omonima. Entra in contatto con le più interessanti realtà legate al tango argentino in Italia e nel 2001, in collaborazione con  la giornalista Michela Fregona, realizza il volume “Anime Altrove – luoghi e genti del tango argentino in Italia”.  Nel 1996, con lo spettacolo “Omaggio a Nijinsky”, diretto da Beppe Menegatti, inizia la collaborazione con Carla Fracci.  Nel 2003 pubblica per la Materiali Sonori il libro fotografico:“Banda Improvvisa, cinquanta angeli musicanti sospesi su un cielo di note “. Pubblica nel 2005 i libri: “Carla Fracci – Immagini 1996 – 2005”, una monografia fotografica che testimonia i dieci anni di collaborazione con la Fracci, e “Tangomalìa” con la collaborazione di Michela Fregona, i due libri divengono anche mostre itineranti. Inizia l’attività di fotografa di scena nell’ambito del cinema con il regista Carlo Mazzacurati per il film “La Giusta Distanza” e per il nuovo film “la Passione”.
.Nel 2007 le viene commissionato dalla casa editrice Sillabe, con la collaborazione della Soprintendenza di Firenze, un primo libro sui musei fiorentini “Capolavori in bianco e nero” e ne segue nel 2008 un altro “all’improvviso i musei a Firenze” .
Con la pubblicazione “Dramma sacro – omaggio al Mantegna” apre un nuovo capitolo di ricerca e sperimentazione dedicato al nudo maschile.  E’ appena uscito per l’editore Postcart di Roma la pubblicazione del libro”Buenos Aires cafe”, diario di viaggio costruito tra immagini e parole a quattro mani con Michela Fregona. Buenos Aires cafè si è aggiudicato il premio “Marco Bastianelli 2010” come miglior progetto editoriale nell’ambito fotografico del 2010.
Per la collana I Diavoletti della casa editrice Titivillus, pubblica i libri “la Grande Foresta” (2012) e “testa di Rame” (2013).
Conduce da alcuni anni laboratori e seminari sulla fotografia di spettacolo in scuole di fotografia e corsi universitari. Inizia nel 1982 la sua carriera espositiva proponendo varie personali dedicate alla ricerca, alla danza, al ritratto e alla musica Sue opere fanno parte di collezioni private italiane ed estere.
Al festival è presente in veste di giurata.
www.luciabaldini.it

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